Humanitas Research Hospital di Milano e Aou Sant’Anna di Ferrara hanno ricevuto il Cracking Cancer Award 2025 per l’iniziativa che consente di contrastare il tumore raro, facendo risparmiare risorse al sistema sanitario nazionale
Bologna, 17 aprile 2025. Il Progetto Lia – Value Based Healthcare per la Leucemia Mieloide Acuta ha ricevuto il “Cracking Cancer Award” nell’ambito del Cracking Cancer Forum 2025, che si è svolto il 15 e il 16 aprile a Bologna. Il premio sancisce il successo di un modello innovativo di assistenza sanitaria – sviluppato da Humanitas Research Hospital di Milano e dall’Aou Sant’Anna di Ferrara – capace di trasformare concretamente la gestione della leucemia mieloide acuta in Italia, con benefici misurabili per pazienti, caregiver e sistema sanitario.
A ritirare il riconoscimento sono stati Matteo Della Porta, ordinario di Oncoematologia all’Humanitas University Hospital di Milano, Maria Rosaria Natale, Ceo della società di consulenza sanitaria Your Business Partner, e Felice Bombaci, coordinatore nazionale dei Gruppi Pazienti AIL. Il progetto, sviluppato con il contributo non condizionato di Otsuka, è stato realizzato da giugno a dicembre 2024 presso i due centri di eccellenza.
Lia ha introdotto un modello di Value Based Healthcare applicato alla Leucemia Mieloide Acuta, una forma di tumore rara ma particolarmente aggressiva che ogni anno colpisce circa 2.100 persone in Italia, soprattutto anziani. Attraverso un approccio integrato, che ha coinvolto 18 clinici e oltre 100 pazienti e caregiver, il progetto ha ridefinito i percorsi di cura esistenti con l’obiettivo di migliorarne l’efficacia, l’accessibilità e la sostenibilità.
I risultati parlano chiaro: il nuovo modello ha permesso di ridurre del 50% i costi dei day hospital e le complicanze cliniche, del 20% l’occupazione dei posti letto ospedalieri, e ha generato una stima di risparmio potenziale per il Servizio Sanitario Nazionale pari a 17,2 milioni di euro l’anno. Lia ha inoltre messo in luce l’impatto economico diretto sulle famiglie, con un costo medio di oltre 12.000 euro sostenuto dai pazienti nel primo anno di trattamento, spesso coperto attraverso risparmi o prestiti.
Cuore pulsante del progetto è stato l’ascolto attivo delle persone coinvolte: interviste semi-strutturate, analisi dei bisogni e workshop di co-design hanno restituito una fotografia precisa delle esperienze vissute e delle priorità reali di pazienti e caregiver. Il risultato è un modello di cura connesso con il territorio, più fluido, più umano, ma anche più efficiente.
Ora, l’obiettivo è estendere Lia a livello nazionale. Il percorso prevede un’analisi del rischio regionale per adattare il modello alle diverse realtà, garantendo standard di sicurezza e continuità assistenziale. Fondamentale sarà anche il coinvolgimento dei decisori pubblici e dei key opinion leader per favorire l’adozione e la diffusione del modello nei territori.